giovedì 29 dicembre 2016

Il tuo corpo


Il tuo corpo in stanze piccole e stanze grandi, il tuo corpo che sale e scende le scale, il tuo corpo che nuota in stagni, laghi, fiumi e oceani, il tuo corpo che arranca per campi fangosi, il tuo corpo steso tra l’erba alta di prati dove non c’è nessuno, il tuo corpo che passeggia sulle vie di città, il tuo corpo che si inerpica su colline e montagne, il tuo corpo seduto sulle sedie, sdraiato sui letti, disteso sulle spiagge, in bicicletta su strade di campagna, che cammina nelle foreste, nei pascoli e nei deserti, che corre sulle piste di cenere, che salta sui parquet di quercia, in piedi nelle docce, che fa bagni caldi, seduto sul water, in attesa in aeroporti e stazioni ferroviarie, mentre corre su e giú negli ascensori, si contorce sui sedili di automobili e autobus, cammina senza ombrello sotto gli acquazzoni, siede nelle aule scolastiche, scartabella nelle librerie e nei negozi di dischi (che riposino in pace), seduto nei teatri, nei cinema, nelle sale da conferenza e da concerto, mentre balla con ragazze nelle palestre delle scuole, pagaia sui fiumi in canoa, rema in barca sui laghi, mangia ai tavoli delle cucine, mangia ai tavoli delle tavole calde, mangia nei ristoranti, fa acquisti ai grandi magazzini, nei negozi di elettrodomestici, di mobili, di scarpe, di ferramenta, di alimentari e di abbigliamento, mentre è in coda per ritirare passaporti e patenti, appoggiato allo schienale delle sedie, con i piedi sui tavoli e sulle scrivanie mentre tu scrivi nei taccuini, chino sulle macchine da scrivere, mentre cammina senza cappello nelle tormente di neve, mentre entra in chiese e sinagoghe, si veste e si sveste in camere da letto o d’albergo e spogliatoi, è in piedi su scale mobili, è sdraiato su letti d’ospedale, è seduto sui lettini di ambulatori medici, è seduto su sedie da barbiere e da dentista, fa le capriole sull’erba, fa la verticale sull’erba, si tuffa in piscina, attraversa lentamente i musei, palleggia sul campetto da basket, lancia palle da baseball e da football nei parchi pubblici, prova le diverse sensazioni di camminare su pavimenti di legno, di cemento, di piastrelle e di pietra, le diverse sensazioni di mettere i piedi sulla sabbia, sulla terra e sull’erba, ma soprattutto la sensazione dei marciapiedi, perché ogni volta che ti fermi a pensare a chi sei, ti vedi cosí: come un uomo che cammina, un uomo che ha passato la vita attraversando a piedi le città.

giovedì 22 dicembre 2016

All my dreaming torn in pieces


Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno: 
lavarsi, studiare, giocare, 
preparare la tavola, 
a mezzogiorno. 

Ci sono cose da fare di notte: 
chiudere gli occhi, dormire, 
avere sogni da sognare, 
orecchie per non sentire. 

Ci sono cose da non fare mai, 
né di giorno né di notte, 
né per mare né per terra: 
per esempio, la guerra
...
Gianni Rodari

domenica 18 dicembre 2016

sabato 17 dicembre 2016

Diario d' inverno

«Pensi che a te non succederà mai, che sei l’unica persona al mondo a cui queste cose non succederanno mai e poi, a una a una, cominciano a succederti tutte, esattamente come succedono a tutti gli altri».

Quando sei perso, guardati intorno. Dubita di tutto e cancellalo. Hai una sola certezza: tu sei lí. Lo sei perché c’è il tuo corpo e tu sei il tuo corpo. Il tuo corpo è lo spazio che hai attraversato, ma anche il tempo che ti ha reso ciò che sei. Il tempo te lo porti scritto addosso: le cicatrici sono parole (questa racconta di quando bambino scivolasti cosí vicino a un chiodo da poterne rimanere cieco, quest’altra ti ricorda di quando quasi uccidesti tua moglie e tua figlia) e le parole sono cicatrici (quelle che ti disse tua madre dopo che la sentisti parlare al telefono con un uomo che non era tuo padre). Ma non c’è solo il dolore. C’è il piacere, tutto il piacere che hai vissuto, che ti ha travolto in questi sessantaquattro anni: da quello che provi guardando il collo di tua moglie al mattino, a quello che ti insegnò una prostituta nel Quartiere Latino quando tu, ventenne solitario e senza un soldo a Parigi, l’ascoltasti sbalordito recitare a memoria una poesia di Baudelaire.

martedì 13 dicembre 2016

Vinile per sempre


...e per chi dava per spacciato il vinile ( pare che le vendite quest'anno siano aumentate quasi del 50%) eccone qua un bel po', pietre miliari e non .
Quel ben di dio in foto, l' ho fotografato da Mediaworld, dove ho notato che  recentemente  lo scaffale si è allargato e inspessito,  e non in un negozio specializzato.
 La cosa più curiosa e che gli acquirenti , non sono i vecchietti nostalgici come me , ma giovani da 25 a 35 anni 
... 
Vinile forever

:)

domenica 11 dicembre 2016

Elementare Watson !


«Era una sera buia e tempestosa di fine novembre. Holmes ed io eravamo rimasti in silenzio tutta la sera; lui impegnato a decifrare, con una potentissima lente, le iscrizioni originali di un palinsesto: io, immerso nella lettura di un trattato di chirurgia, uscito di recente. Fuori, il vento ululava incanalandosi per Baker Street mentre la pioggia sferzava i vetri delle finestre.»


Mercatino natalizio


Acquistato su una bancarella di libri usati ad un mercato natalizio .
" Lo ho  appena messo in vendita e messo in bella vista sperando ardentemente  che qualcuno lo comprasse e leggesse....
Viva El Che!
Queste son state le parole del venditore
:D

[Trenta anni dopo l' impresa boliviana, una cosa sembra certa, 
L' errore speculare di Castro e di Che Guevara:
Fidel ha voluto credere nell' irreversibilità della rivoluzione sovietica; il Che non ha voluto capire che eravamo entrati in un' epoca estrema dell'organizzazione capitalistica mondiale, quella in cui, sul piano del confronto armato, vincono sempre quelli che vendono le armi.]

Saverio Tutino - Il Che in Bolivia - Memorie di un cronista

domenica 4 dicembre 2016

Lettrice fotonaturalista


"Quando l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo pesce pescato, l'ultimo fiume avvelenato allora vi accorgerete che non potete mangiare il denaro" 
Toro Seduto